Ponte del Diavolo
Ponte della Via Clodia sul Biedano a tre arcate in opera quadrata di peperino del I sec. a. C.
Scopri di piùCollocata nella Piazza Santa Maria, punto di convergenza delle due strade parallele, Via Roma e Via dei Pozzi, si trova la Collegiata intitolata a Santa Maria Assunta in Cielo e a San Vivenzio.
L’imponente Basilica, di antichissima origine e ristrutturata almeno in tre fasi tra il XII e il XVIII secolo, si compone di una pianta a tre navate e tre absidi con transetto, il presbiterio rialzato e la cripta di San Vivenzio. Il nucleo originario della chiesa di Santa Maria, identificabile nella cripta di San Vivenzio, risale al VI-VII secolo. La realizzazione della pianta superiore della cattedrale è collocabile invece tra il IX e l’XI secolo, epoca in cui fu intitolata a Santa Maria; per poi essere designata nel 1500 come Assunta in cielo, e infine dedicata anche al Santo Patrono Vivenzio. La facciata, che fu in più occasioni oggetto di restauri, è preceduta da una gradinata in peperino, e si apre in tre accessi; l’ingresso principale, al centro, mantiene ancora il portale marmoreo cinquecentesco con il busto di San Vivenzio vescovo. L’interno dell’edificio è tipico delle chiese dell’epoca: tre navate scandite da pilastri in muratura che hanno inglobato le originarie colonne in peperino; sia il transetto, che l’altare e il coro si trovano a un piano rialzato rispetto alla zona destinata ai fedeli, al di sotto del quale si trova la cripta dove si riteneva fossero tumulate le spoglie di San Vivenzio. Il suggestivo ambiente sotterraneo rientra nella tipologia romanica con la pianta corrispondente a quella del transetto e dell’abside soprastanti. La cripta è divisa da colonne realizzate in marmo bianco, sormontate da capitelli corinzi asiatici (seconda metà del III secolo) e a foglie lisce. Per la costruzione della cripta molto probabilmente furono utilizzati materiali di spoglio provenienti dall’area dell’antico abitato denominata Petrolo. La cripta, di impianto romanico, sorge nel luogo dell’originario edificio di culto dell’età altomedievale dedicato a San Vivenzio, nel quale erano conservate le reliquie del patrono, proprio lì dove oggi si trova un’epigrafe moderna a lui dedicata e collocata sul pavimento. Dalla cripta si entra, a destra, alla cappella della Bianca, ovvero della Confraternita del Gonfalone e dalla cappella si accede ad un giardinetto con vista sulle rupi che costeggiano il Biedano. Lungo le pareti delle navate laterali si aprono complessivamente sei cappelle adornate con dipinti su tela. In particolare, nella controfacciata, al di sopra del portone d’accesso alla chiesa, è collocata una tela seicentesca di ignoto pittore di scuola romana, erroneamente attribuita da George Dennis ad Annibale Carracci (1560-1609), raffigurante la flagellazione di Cristo. Sulla piazza antistante la chiesa, si trova un grande puteale di marmo decorato con lo stemma della famiglia Anguillara-Orsini, ivi collocato nel 1538, durante la signoria di Gianpaolo degli Anguillara di Ceri. Il puteale si collega direttamente con il sottostante pozzo di una monumentale cisterna a pianta quadrata e volta a botte che fu costruita per la raccolta dell’acqua piovana.
Ponte della Via Clodia sul Biedano a tre arcate in opera quadrata di peperino del I sec. a. C.
Scopri di piùEretto nel XVI sec. e detto “Palazzaccio” ha il portale di accesso in peperino lavorato a bugnato.
Scopri di piùEdificato alla metà del XVIII sec. sui ruderi della Rocca Di Vico ha le pareti del salone del piano nobile ornate da affreschi che riproducono paesaggi immaginari.
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