Palazzo Lattanzi

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Palazzo Lattanzi


Quella di palazzo Lattanzi è la storia di una costruzione fortemente voluta da una delle famiglie più importanti di Blera che, nel 1762, decise di costruire, là dove un tempo si ergeva l’antica Rocca dei Di Vico e degli Anguillara demolita nel 1465, un palazzo imponente, che ancora oggi sovrasta Piazza della Rocca. Il progetto fu affidato all’architetto romano Pietro Sardi.

Nel 1840 il piano nobile di questa costruzione fu ceduto dai Lattanzi al conte Pietro Bruno di San Giorgio-Tornaforte. La bellezza di questo palazzo, oltre che nella sobria linearità della facciata, è tutta custodita negli affreschi di gusto neoclassico che adornano il piano nobile della costruzione, dove si trova un ampio salone dedicato alle assemblee. Le decorazioni pittoriche realizzate da artisti ignoti, sono ben conservate e ritraggono paesaggi idealizzati scollegati dagli scorci locali, eppure di altrettanta efficace bellezza.
All’interno della sala principale, che per un periodo è stata anche sede delle adunanze consiliari del Comune di Blera, si trova un’epigrafe commemorativa dell’Università Agraria, che nel 1922 acquistò parte del Palazzo direttamente dai conti Bruno di San Giorgio-Tornaforte. Sempre all’interno del medesimo ambiente si trova un affresco che riproduce lo stemma della famiglia Lattanzi, adottato dal Comune all’indomani dell’Unità d’Italia, composto da un’ancora a tre punte sormontata da una corona. Il simbolo nel tempo è stato mutato e oggi lo stemma del Comune di Blera raffigura il Santo Patrono Vivenzio, in abiti pontificali all’interno di uno scudo d’argento, con una corona vegetale in basso e una corona turrita in alto. L’ancora a tre punte è l’attuale stemma dell’Università Agraria di Blera.
Un elemento vivo della storia di questo palazzo, ce lo regala George Dennis, uno dei più noti viaggiatori inglesi che percorsero la Tuscia nell’Ottocento. Nella sua visita a Bieda fu accolto proprio dal conte Pietro Bruno di San Giorgio-Tornaforte che lo accompagnò a vedere i monumenti antichi della città e del territorio. Nel capitolo XVII del suo libro The cities and cemeteries of Etruria, il Dennis definisce Palazzo Lattanzi come l’unica casa di Bieda degna di questo nome.
Il Palazzo era abbellito sul retro da un giardino all’italiana demolito nella prima metà degli anni Sessanta del secolo scorso per realizzare l’attuale Piazza Papa Giovanni XXIII. Nel giardino di Palazzo Lattanzi tra il 1924 e il 1962 era stato collocato il puteale di marmo oggi riposizionato in Piazza Santa Maria nella sua sistemazione originaria.


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