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Museo all'aperto
CASETTA – GROTTE PENTA
Il territorio di Blera gode di una tra le più vaste necropoli etrusche. La Casetta occupa il settore settentrionale della necropoli, e vi sono rappresentati tutti i tipi tombali a partire dall’VIII sec. a.C. Le tombe a fossa e a tumulo circolare (risalenti al VII e VI sec. a.C.) che occupano il pianoro, oggi non sono più visibili a causa dell’interro dovuto all’uso agricolo dei terreni.
Più evidenti sono invece i monumenti funerari rupestri a dado o a falso dado modellati nella roccia tufacea della rupe esposta a meridione. Alle pendici della Casetta il complesso Grotte Penta-Martarello, libero dalla vegetazione, offre l’esempio di questa organizzazione cimiteriale costituendo una sorta di museo all’aperto. Sulla parte alta spicca una tomba a semidado con modanature e gradinata laterale affiancata da due tombe con camere intonacate e dipinte risalenti al IV sec. a.C. La maggiore delle due, Grotte Penta, è costituita da una camera rettangolare con colonna dorica al centro e decorazione pittorica sulle pareti, consistente in fasce rosse e nere nella parte alta, un’estesa fascia bianca mediana e uno zoccolo rosso in basso, sormontato da un fregio ad onde marine che si dipartono da un fiore di loto centrale. L’altra tomba dipinta, identica per struttura e decorazione, non ha la colonna centrale ma è meglio conservata e presenta tracce di iscrizioni etrusche sulla fascia bianca mediana tra le quali è stato possibile riconoscere due nomi gentilizi: Anie e Tetnie. Altri sepolcri si affacciano a mezzacosta e altri ancora nel fondovalle. Da qui proviene una statua funeraria in peperino raffigurante un leone, attualmente esposta nel Museo Nazionale Etrusco di Viterbo.
Più evidenti sono invece i monumenti funerari rupestri a dado o a falso dado modellati nella roccia tufacea della rupe esposta a meridione. Alle pendici della Casetta il complesso Grotte Penta-Martarello, libero dalla vegetazione, offre l’esempio di questa organizzazione cimiteriale costituendo una sorta di museo all’aperto. Sulla parte alta spicca una tomba a semidado con modanature e gradinata laterale affiancata da due tombe con camere intonacate e dipinte risalenti al IV sec. a.C. La maggiore delle due, Grotte Penta, è costituita da una camera rettangolare con colonna dorica al centro e decorazione pittorica sulle pareti, consistente in fasce rosse e nere nella parte alta, un’estesa fascia bianca mediana e uno zoccolo rosso in basso, sormontato da un fregio ad onde marine che si dipartono da un fiore di loto centrale. L’altra tomba dipinta, identica per struttura e decorazione, non ha la colonna centrale ma è meglio conservata e presenta tracce di iscrizioni etrusche sulla fascia bianca mediana tra le quali è stato possibile riconoscere due nomi gentilizi: Anie e Tetnie. Altri sepolcri si affacciano a mezzacosta e altri ancora nel fondovalle. Da qui proviene una statua funeraria in peperino raffigurante un leone, attualmente esposta nel Museo Nazionale Etrusco di Viterbo.
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