PETROLO – LA CITTA’ ANTICA

PETROLO – LA CITTA’ ANTICA


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PETROLO – LA CITTA’ ANTICA


Passeggiando nel centro storico di Blera, percorrendo fino in fondo lo sperone tufaceo che caratterizza la conformazione dell’abitato, ci si imbatte in località Petrolo, ovvero quello che fu una parte cospicua dell’antico insediamento di Blera. Il toponimo Petrolo significa con tutta probabilità “luogo delle pietre”, ed effettivamente questo luogo, nel corso dei secoli, è stato utilizzato dagli abitanti per attingervi materiali da costruzione ricavati dagli edifici abbandonati.

Su quest’area dal fascino ancora intatto, un tempo si ergeva l’antico abitato di Blera che, nel 772 fu distrutto dai Longobardi di re Desiderio; la distruzione probabilmente fu tale che i cittadini superstiti abbandonarono pian piano l’area, ricostruendo solo parte delle abitazioni. Fu così che l’intero insediamento di Blera visse una fase di recessione e di contrazione urbanistica, culminata nel periodo a cavallo tra l’XI e il XII secolo, quando tutta la punta nord-occidentale del pianoro (di quasi un chilometro) su cui sorgeva l’abitato, fu esclusa dal perimetro urbano. L’abbandono definitivo di questa zona avvenne intorno al XII secolo, quando fu scavato un profondo fossato, che insieme a Porta Marina, divenne un vero e proprio sistema difensivo (vallo-torri-porta), chiamato localmente “la Rocca”.
Per raggiungere l’antico abitato di Blera, oggi è necessario percorrere l’intero centro storico attraverso Via Roma e Via Claudia, sino a giungere a Porta Marina.
Oltrepassata la porta e il fossato, il percorso prosegue in salita fiancheggiato da un doppio filare di edifici a schiera, un tempo stalle e magazzini, e oggi trasformate in abitazioni; da qui inizia un’estesa zona coltivata a orti e vigne, dove una volta si ergevano templi, abitazioni e chiese.
Sono tantissimi i materiali che sono stati rinvenuti in questa zona, e che testimoniano le vestigia dell’antica città. Il primo tratto di Petrolo procede tra due muraglioni in pietra, in cui si vedono riutilizzati frammenti marmorei, laterizi e basoli. Anche gli stessi muretti utilizzati come linee di confine tra i vari appezzamenti terrieri, furono realizzati con materiali edilizi di vario tipo risalenti al periodo etrusco, romano e medievale.
Il percorso si snoda per circa 750 metri da Porta Marina, fino a raggiungere la punta estrema del pianoro, Petrolone, da dove si gode di un suggestivo paesaggio che si affaccia sulle valli del Biedano e del Ricanale, alla cui confluenza si dispone la necropoli etrusca rupestre di Pian del Vescovo. Dal pianoro la parte urbana della Via Clodia, scendendo verso il fondovalle, costeggia i ruderi di una chiesa paleocristiana per poi ricongiungersi al tracciato suburbano della medesima strada all’imbocco del Ponte della Rocca.


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